5 approcci strategici alla SEO 2015

5 approcci strategici alla SEO 2015

La qualità vince sulla quantità, la crescita sul lungo termine sorpassa quella sul breve. Le aziende che seguiranno questo approccio investendo in un servizio di ottimizzazione di qualità saranno a lungo premiate dai motori di ricerca, Google in primis. Al contrario, spammers e sleali tatticisti del web avranno vita dura. 

Ecco di seguito alcuni importanti accorgimenti stilati dall’esperto di marketing digitale Krystian Szastok per mantenere i propri siti web al ‘sicuro’ dai futuri aggiornamenti algoritmici di Google.

1) Monitoraggio mensile (o meglio ancora settimanale) dei nuovi link
Un controllo a ritroso dell’elenco dei link effettuato a cadenza mensile dovrebbe essere nell’agenda di ogni operatore SEO. Questa operazione di costante monitoraggio ci consentirà di verificare attentamente quali collegamenti influenzano positivamente il nostro posizionamento sui motori di ricerca e quali negativamente. A tal fine, tra gli strumenti utili si segnala Linkrisk, che tra le altre funzionalità permette la sincronizzazione con Google Webmaster Tools.

2) Investire tempo (e non necessariamente denaro), per ottenere link di qualità

Ottenere velocemente tanti link da altri siti web può sembrare subito allettante, ma se una buona parte di questi siti si rivelano contenitori di contenuti di scarsa qualità, allora il discorso cambia. Meglio infatti ottenere meno collegamenti, ma collegamenti di qualità. I link ospitati da siti web che effettuano regolarmente controlli e moderazione dei propri collegamenti si riveleranno alla lunga i migliori e garantiranno ottimizzazione e autorevolezza su Google sul lungo periodo.

3) Revisioni mensili dei collegamenti in entrata
Lo stesso del punto sopra dicasi per i collegamenti in entrata. E’ importante verificare ogni nuovo contenuto aggiunto al proprio sito e il suo impatto sulle notifiche Google Webmaster Tools. Due utili strumenti per il monitoraggio dei collegamenti in entrata sono Urlando Frog e Siteliner,attraverso i quali è possibile eseguire una scansione del sito e verificare ogni nuovo URL.

4) Entrare in Freebase e citazioni locali

Da non sottovalutare l’attenzione che Google rivolge ad informazioni quali l’iscrizione del proprio business alla lista Freebase e l’essere presente in elenchi locali (quelli che spesso non offrono menzioni URL). E’ infatti lecito pensare che Google utilizzi queste informazioni per determinare se il nostro business è basato esclusivamente sul web oppure se dietro di esso vi sia una impresa che impiega persone, basata su un luogo fisico. In questo secondo caso, gli accorgimenti sopra esposti ci garantiranno un vantaggio sulle imprese basate solo sul web, le quali non essendo presenti in elenchi locali, non saranno in grado di costruire lo stesso livello di fiducia e sicurezza che permette di scalare la classifica di Google.

Di seguito, alcune iscrizioni che sarebbe bene fare e collegare al sito:

• Lista Freebase
• Lista Wikipedia (se la vostra azienda è troppa piccola, sarebbe opportuno ottenere almeno un articolo collegato a Wikipedia)
• Elenchi commerciali locali
• Elenchi commerciali nazionali
• Enti locali, associazioni, organizzazioni (anche di nichhia)

5) Segnali sociali e altri nofollow link

Tutti i brand hanno segnali sociali e link nofollow da siti come Medio o Slideshare. Difficile credere che ciò dia una spinta diretta nelle classifiche di Google, ma oggi l’approccio generale deve essere quello di effettuare una SEO a tutto campo. E’ infatti dimostrato come queste attività - anche se minori - diano buoni risultati ed una crescita significativa di visibilità nel tempo.

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